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NEL MONDO DEI SOGNI


Il sogno è l’infinita ombra del Vero. (Giovanni Pascoli)


Pensavo di dedicare da tempo un articolo al “mondo dei sogni” e forse non mi sarei sentita nella piena condizione di farlo se non avessi avuto occasione, negli ultimi anni della mia vita, di comprenderli meglio attraverso lo studio e soprattutto un lavoro personale sui di essi.


Aldilà delle tecniche interpretative o di aspetti più legati alla comprensione profonda dei sogni, quello che mi piacerebbe trasmettere in questa occasione è il senso di meraviglia che si rinnova in me ogni volta che da un sogno si riesce a cogliere il significato “altro”, quello che arricchisce di nuove e inattese consapevolezze.

Continuo ad imparare molto dai miei sogni e mi sforzo di dedicare qualche minuto della mia giornata a ricordarli. Lo trovo un esercizio utilissimo, così spesso, al risveglio, li trascrivo in fretta per poi rileggerli e fare delle prime ipotesi sul significato e grazie al confronto con chi in materia ha più esperienza di me, ho poi la fortuna di verificare se aldilà del caos con cui i miei sogni si sono presentati sono riuscita a coglierne la verità. Cosa non sempre facile.


Parlo di verità perché è ormai certo che è nella dimensione inconsapevole, propria del sogno, che si racchiude la parte più intima e reale di ciò che siamo.

Le nostre azioni, le nostre scelte, le convinzioni e i nostri comportamenti quotidiani, così apparentemente decisi e consapevoli, sono in realtà frutto di ciò che avviene ad un livello più profondo della nostra psiche. L’inconscio guida in modo silente le nostre vite mentre abbiamo l’illusione di scegliere e di agire in piena autonomia, razionalità e consapevolezza.

“Ciò che conosciamo di noi è solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa”

Questa frase di Luigi Pirandello, mi aiuta a far comprendere ancora meglio come, cogliere la verità di un sogno possa generare sensazioni simili a quelle che si potrebbero provare nel caso di una scoperta inattesa. La sorpresa e lo stupore che accompagnano il comprendere sé stessi attraverso il sogno possono essere a volte così intensi, da rimanere disorientati. Così è stato per me e continua ad essere tutt’oggi. Ed è proprio lo stupore che nel tempo si rinnova, a rendere il lavoro sui sogni sempre nuovo e stimolante.


La meraviglia nasce in più dal fatto che i sogni hanno in primo luogo un grande scopo, che è quello di non essere compresi da chi li fa ed è quindi incredibile realizzare di quanta finezza e complessità la nostra mente sia capace nella messa in scena di un sogno.

L’attività onirica infatti è un vero e proprio “atto creativo” che si basa su un complesso meccanismo di mascheramento del suo contenuto più profondo. A questo proposito Sigmund Freud, padre de “l’Interpretazione dei Sogni”, introduce la distinzione tra il contenuto manifesto, ovvero il sogno così come si presenta se dovessimo ricordarlo e raccontarlo, e il contenuto latente, quello più vero, intimo e soggettivo, raggiungibile attraverso l’interpretazione.

E’ nell’esperienza di tutti il tentativo di comprendere il significato di un sogno bizzarro o magari angosciante o eccitante, ma il senso che ne possiamo trarre da svegli può essere il più delle volte solo superficiale e limitato.


Ciò avviene perché il sogno si basa su un linguaggio a sé, che è appunto quello del nostro inconscio; si tratta di un “linguaggio privato” che si attiene a leggi diverse da quelle del senso comune, rendendolo così estremamente distante dalla realtà e di difficile traduzione.

Nell’interpretare i sogni infattiaccanto ad una simbologia inconscia universale, a cui spesso si ricorre per comprenderli, non si può trascurare l’esistenza di una simbologia soggettiva e personale che è specifica del sognatore.

Le diverse esperienze di vita accumulate da ciascuno di noi sin dai primissimi anni della nostra vita e il modo singolare con cui percepiamo la realtà che ci circonda, rendono i contenuti dei nostri sogni pieni di significati simbolici estremamente personali e unici.


“A cosa servono quindi i sogni se non possono essere compresi?”

Una delle ipotesi più originali e innovative sulla teoria dei sogni fu proposta da Alfred Adler, medico e psicologo austriaco di inizio ‘900, che li concepì come dei ponti verso il futuro. Attraverso l’atto del sognare svolgiamo un attività che consente a ciascuno di noi di riprogrammare e rafforzare la nostra logica privata e che ci predispone ad affrontare i compiti e le sfide della vita in un determinato modo. Capita per questo che nei periodi in cui dobbiamo gestire situazioni affettivamente cariche la nostra attività onirica aumenti.

In altre parole i sogni possono essere concepiti come tentativi che la nostra mente fa di risolvere problemi rinforzando la direzione che secondo la nostra logica privata dobbiamo prendere.


E come lo fanno? Attraverso le emozioni che lasciano al risveglio.

Noi sogniamo e al mattino dimentichiamo i nostri sogni di cui non resta più niente. Ma è poi vero che non resta proprio niente? Restano i sentimenti che i nostri sogni hanno fatto sorgere. Nulla rimane delle immagini, non ci resta nessuna comprensione del sogno ma solo le sensazioni che esso lascia dietro di sé. Lo scopo dei sogni deve essere nelle sensazioni.” (Adler A., 1930)

L’attività onirica è quindi una sorta di comunicazione che mettiamo in atto con noi stessi nel momento in cui durante il sonno smettiamo di essere in contatto con la realtà. Sognare diventa quindi la piena espressione di un dialogo interiore durante il quale come dei veri artisti ricreiamo la nostra realtà privata, rafforzandola e confermandola attraverso la produzione di immagini, simboli, sentimenti ed emozioni.


In ottica futura, i residui emozionali al momento del risveglio, avrebbero quindi la funzione di orientare e condizionare il nostro stato d’animo facendo in modo che anche da svegli, nell’affrontare la giornata, la nostra logica privata possa esprimersi e consolidarsi attraverso di essi.

Qui viene il dunque. La logica privata, inconscia, che attraverso il sogno si esprime, è la stessa che, senza rendercene conto utilizziamo nella vita di tutti i giorni. In essa rientrano anche le scelte che non facciamo, i rischi che non prendiamo e le direzioni che non imbocchiamo, le emozioni negative, ansie, paure, timori e le emozioni positive che invece ci predispongono in modo coraggioso nei confronti della vita. In termini più generali il nostro benessere e il nostro malessere sono determinati dalla nostra realtà privata.

Ed è proprio qui che si racchiude qui l’enorme ricchezza del sogno: nel momento in cui, oltre alle emozioni che esso lascia, se ne può comprendere il significato e lo scopo, si ha a disposizione un materiale importantissimo che ci consente di capire come davvero ci stiamo muovendo nell’affrontare le sfide della nostra vita, e a che punto del nostro percorso di crescita siamo. Non a caso in psicoterapia i sogni sono degli indicatori importantissimi per comprendere come la persona sta affrontando il cambiamento e a che punto del percorso si trova.

II sogni rappresentano dunque un tramite privilegiato di cui tutti disponiamo per accedere alla vera conoscenza di noi stessi e orientare le nostre scelte future, aldilà di ciò che la nostra logica, spesso poco funzionale e più arcaica, ci suggerisce di fare.

E’ per questo che in chiusura di articolo, auguro a tutti di sperimentare e di fare esperienza della piacevolezza e della meraviglia di recuperare, anche attraverso il mondo dei sogni, la vostra verità.


Dott.ssa Manuela Di Luca. Riproduzione vietata.


Materiale consultato:

Adler, A. (1931), Cos’è la Psicologia Individuale. Newton Compton. Roma (1976)

Ferrigno, G. Sogno, neuroscienze, linguaggio multimediale e interdisciplinarietà. Istituto Alfred Adler di Milano

Ferrigno, G. (2008), Il sogno come comunicazione. Rivista di Psicologia Individuale, n° 64.

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